Il Consiglio di Stato, con il parere della Commissione Speciale n. 1479 del 21 giugno 2017 ha espresso parere in ordine al quesito posto da Anac in ordine all’interpretazione degli articoli del Nuovo Codice Appalti relativi al sistema di qualificazione del general contractor/contraente generale.
La figura del general contractor è stata istituita dalla Legge Obiettivo (L443/2001) per accelerare la realizzazione delle opere pubbliche strategiche. Si tratta di un’impresa con capacità e requisiti diversi da quelli posseduti dalle imprese che realizzano “semplici” lavori pubblici.
Sarà quindi il Ministero delle Infrastrutture a regolamentare la qualificazione del general contractor. È lquesta a soluzione adottata dal Consiglio di Stato, che con il parere 1479/2017 ha risposto ai dubbi sollevati dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) sul Codice Appalti.
Nel rilasciare parere, il Consiglio di Stato coglie l’occasione per fare il punto sulla normativa, fornendo un quadro unico della normativa relativa al sistema di qualificazione del general contractor.
La conclusione a cui si è pervenuti ha tenuto conto anche di un precedente parere rilasciato nell’aprile del 2016, in cui il Consiglio di Stato ha definito le prime Linee guida, relative al sistema di qualificazione, come contenuto sostanzialmente normativo.
Il Codice Appalti del 2016 (D.lgs. 50/2016) sembra però avere un’impostazione contraddittoria. Dall’articolo 197 si può capire che a definire le regole del general contractor debba essere l’Anac, dall’articolo 199 sembra invece che la competenza sia del Ministero delle Infrastrutture.
Il CdS ha concluso che deve essere il Mit a definire i requisiti e le regole per la qualificazione dei general contractor. I giudici hanno anche suggerito all’Anac di sospendere i lavori per la redazione delle linee guida, ma di collaborare col Mit. Per armonizzare tutta la disciplina, sottolinea il CdS, sarebbero necessarie nuove modifiche al Codice Appalti.