Al World Circular Economy Forum di Helsinki (5-7 giugno 2017), World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), un’organizzazione che riunisce più di 200 tra le principali aziende al mondo, che insieme danno lavoro a 19 milioni di persone e producono un fatturato pari a 8.500 miliardi di dollari, ha lanciato la “CEO Guide to the Circular Economy”, sviluppata in collaborazione con Accenture e firmata da 14 Amministratori delegati di alcune delle imprese aderenti, tra i quali quelli di BASF, Philips, Unilever, Danone, Tata, e di Francesco Starace Amministratore delegato di Enel SpA, scelta per il progetto Futur-e, che “gestisce 23 centrali termiche non più in esercizio inserendole in un singolo portafoglio, operando una riconversione economica di questi siti a beneficio delle comunità locali, degli stakeholder, e preservando l’ambiente”, come si può leggere nella Guida.
Cerchiamo di analizzare perché c’è una forte spinta per le imprese ad intraprendere il percorso verso l’economia circolare.
Negli ultimi 40 anni, l’estrazione annuale dei materie prime è più che triplicata.
Con la prevista crescita della popolazione mondiale, aumenta anche il numero dei consumatori che entrano a far parte della cosiddetta classe media, con conseguente incremento della domanda globale di risorse, che è prevista raggiungere 130 miliardi di tonnellate nel 2050, quando nel 2014 si era fermata a 50 miliardi. Ciò determinerebbe un sovrasfruttamento del 400% rispetto alle capacità del Pianeta.
Pur tenendo conto dei normali miglioramenti tecnologici e dell’efficienza delle risorse, saremo ancora fuori budget di circa 40 miliardi di tonnellate di risorse naturali all’anno.
Un’altra ragione per cui è necessario che le imprese intraprendano il nuovo percorso è la volatilità dei prezzi delle risorse.
La grandezza e la velocità di crescita della domanda e le correlate frequenti fluttuazioni dei prezzi potrebbero determinare l’aumento a più lungo termine dei prezzi delle materie prime e all’insicurezza degli approvvigionamenti.
I rischi del non agire sarebbero assai elevati.
In Italia, ad esempio fino al 18 settembre 2017 sarà possibile partecipare alla consultazione pubblica sul Documento di inquadramento e posizionamento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia“.
In un messaggio congiunto, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) Gian Luca Galletti e quello dello Sviluppo Economico (MiSE) Carlo Calenda spiegano che l’obiettivo è di fornire un inquadramento generale dell’economia circolare nonché di definire il posizionamento strategico del nostro paese sul tema, in continuità con gli impegni adottati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, in sede G7 e nell’Unione Europea.
La Consultazione è ospitata su piattaforma on line messa a disposizione dal MATTM.
Gli utenti, oltre che fornire commenti puntuali sui testi dei paragrafi del Documento, potranno dare il proprio contributo attraverso la compilazione di un apposito questionario a risposta aperta elaborato per l’audizione degli stakeholder. Nell’ottica di una loro raccolta, i soggetti pubblici e privati interessati possono inviare, utilizzando l’apposito format, informazioni sulle migliori pratiche relative al tema dell’economia circolare.
Per inviare il proprio contributo è necessario registrarsi nell‘apposita sezione.