Acquisti sostenibili e criteri ambientali minimi

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Il D.Lgs. 50/2016, conosciuto anche come nuovo Codice degli appalti, all’articolo 34 (“Criteri di sostenibilità energetica e ambientale”) stabilisce che “le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”. Inoltre “i criteri ambientali minimi definiti dal decreto … sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.

Si tratta di un approccio innovativo e più articolato alla questione ambientale, in quanto di fatto si passa dal concetto di “acquisti verdi” a quello – più omnicomprensivo – di “acquisti sostenibili”. Non è solo una evoluzione terminologica bensì una crescita di senso complessivo: prende infatti corpo un concetto di “sostenibilità” che si sviluppa attraverso tre aspetti strettamente interconnessi: ambientale, sociale ed economico.
Questa visione olistica del tema della sostenibilità ambientale trova tanto nella legislazione quanto nella normazione gli strumenti ideali per potersi sviluppare in piena coerenza.
A questo proposito, e in via quasi preliminare, in ambito normativo non possono essere taciuti i lavori che hanno portato, non più tardi di un mese fa, alla pubblicazione della attesa norma ISO 20400(“Sustainable procurement – Guidance”). Lavori ai quali l’Italia ha partecipato attivamente, fornendo un prezioso contributo.
“La norma ISO 20400 ha completato il suo percorso normativo dopo un lungo e travagliato lavoro”, spiega Ornella Cilona, presidente della Commissione UNI Responsabilità sociale delle organizzazioni che ha seguito in prima persona questa attività internazionale svolta in seno all’ISO/PC 277 “Sustainable purchaising”.
Avviato nel 2013, non è stato un percorso facile.


“Sicuramente è stato uno sforzo congiunto di varie categorie di stakeholder, che ha vissuto inevitabilmente fasi alterne”, prosegue Ornella Cilona, “ma alla fine si è raggiunto un accordo sulle finalità e i contenuti della norma”. Che principalmente sono quelli della integrazione della sostenibilità nella politica, nella strategia e nel processo di approvvigionamento di un’organizzazione.
All’Italia è stato chiesto un contributo particolare: “la nuova ISO 20400 prende grandi spunti dalla ISO 26000 sulla responsabilità sociale, norma per l’elaborazione della quale il nostro Paese è riuscito a ritagliarsi un ruolo molto significativo, riconosciuto a livello internazionale”.
Non si parla di leadership, ma di una autorevolezza acquisita sul campo.
Ma c’è un punto sul quale la delegazione italiana ha fornito con particolare incisività il suo contributo: “è quello relativo alla catena di subfornitura. Un tema che era già stato trattato nella redazione della ISO 26000 e che abbiamo nuovamente affrontato con la forza dell’esperienza maturata”.
La catena di subfornitura è una parte importante delle commesse e un punto significativo della ISO 20400 sugli acquisti sostenibili.

 

Ora il Decreto ministeriale 11 gennaio 2017 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 gennaio scorso), come parte integrante del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (conosciuto anche con l’acronimo PAN GPP, Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement), specifica i criteri ambientali minimi per tre tipologie di prodotti e servizi:

  • – fornitura e servizio di noleggio di arredi per interni, di cui all’elenco prodotti presente nel sito www.acquistinretepa.it  (vd. http://www.uni.com/images/pdf.png); background-position: initial initial; background-repeat: no-repeat no-repeat;”>Allegato 1);

  • – appalti di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e gestione dei cantieri (vd. http://www.uni.com/images/pdf.png); background-position: initial initial; background-repeat: no-repeat no-repeat;”>Allegato 2);

  • – prodotti tessili, quali capi di abbigliamento, prodotti per uso in ambienti interni e dispositivi di protezione individuale (vd. http://www.uni.com/images/pdf.png); background-position: initial initial; background-repeat: no-repeat no-repeat;”>Allegato 3).

 

I tre allegati riportano, oltre a informazioni di carattere generale, anche tutte le norme tecniche di riferimento. Nel campo degli arredi per interni, ad esempio, vengono citate tra le altre la UNI EN 13986:2015“Pannelli a base di legno per l’utilizzo nelle costruzioni – Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura”, la UNI EN ISO 11890-2:2013 “Pitture e vernici – Determinazione del contenuto di composti organici volatili (VOC) – Parte 2: Metodo gascromatografico”, la UNI/TR 11653:2016 “Mobili per ufficio – Capitolato tecnico tipo per la fornitura di sedute per ufficio” e la UNI/TR 11654:2016 “Mobili per ufficio – Capitolato tecnico tipo per la fornitura di scrivanie e tavoli da ufficio, mobili contenitori e schermi per ufficio”. E ancora, per quanto riguarda l’ambito scolastico: la UNI EN 1729 (banchi e sedie), la UNI 4856(cattedre), la UNI EN 14434 (lavagne).

 

Nella categoria dei prodotti tessili altrettanto lungo l’elenco delle norme tecniche di riferimento, tra le quali spiccano ovviamente quelle riferite ai dispositivi di protezione individuale: dalla UNI EN ISO 13688sui requisiti generali degli indumenti di protezione alla UNI EN ISO 14116 sugli indumenti di protezione contro la fiamma; dalla UNI EN 342 sui completi e capi di abbigliamento per la protezione contro il freddo alla UNI EN 343 per quelli contro la pioggia; dalla UNI EN 14605 sugli indumenti di protezione contro agenti chimici liquidi alla UNI EN 388 sui guanti che proteggono contro rischi meccanici.

 

Ancora più ad ampio respiro i riferimenti normativi citati per quanto concerne la categoria dell’edilizia: si va dalla più generale norma UNI EN ISO 14001 sui sistemi di gestione ambientale a documenti più specifici come la UNI/TS 11445 “Impianti per la raccolta e utilizzo dell’acqua piovana per usi diversi dal consumo umano – Progettazione, installazione e manutenzione” e la norma UNI EN 805“Approvvigionamento di acqua – Requisiti per sistemi e componenti all’esterno di edifici”, o – ancora – la UNI EN ISO 13786:2008 sui metodi di calcolo della prestazione termica dei componenti per edilizia o le norme UNI 10339 e UNI EN 13779 sulla aerazione naturale e ventilazione meccanica controllata dei locali.
Di particolare importanza il capitolo relativo al comfort acustico, in cui vengono citate la UNI 11367 sulla classificazione acustica delle unità immobiliari (e quindi i requisiti acustici passivi) e la UNI 11532 relativa alle caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati.
Da sottolineare anche quanto riportato nel capitolo delle clausole contrattuali e in particolare al punto 2.7.2 “Clausola sociale”, in cui si specifica che “l’appaltatore potrà presentare in aggiunta la relazione dell’organo di vigilanza di cui al D.Lgs. 231/01 laddove tale relazione contenga alternativamente i risultati degli audit sulle procedure aziendali in materia di ambiente-smaltimento dei rifiuti; salute e sicurezza sul lavoro; whistleblowing; codice etico; applicazione dello standard ISO 26000 in connessione alla PDR UNI 18:2016 (UNI/PdR 18:2016, n.d.r.) o delle linee guida OCSE sulle condotte di impresa responsabile”.
Il richiamo alla prassi di riferimento è un ulteriore elemento di riflessione, perché testimonia l’importanza e il ruolo che anche questi documenti para normativi sono stati capaci di ritagliarsi nel panorama nazionale (>> le UNI/PdR pubblicate).

 

I riferimenti, come si è capito, sono molto vasti e coprono un corpus normativo quanto mai esteso.
Ciò che va sottolineato, ancora una volta, è la sinergia sempre più stretta tra disposizioni legislative e requisiti normativi, cioè tra leggi e norme tecniche. Un quadro che si arricchisce ogni giorno di più e che permette, come in un circolo virtuoso, di semplificare i necessari adempimenti di conformità alla legge e allo stesso tempo di rendere più veloce e automatico l’aggiornamento stesso del corpus legislativo. Gli acquisti sostenibili e i criteri ambientali minimi sono un esempio di come un tema complesso e di rilevante importanza sociale ed economica possa essere affrontato con efficacia attraverso il moderno strumento della normazione.

(Fonte: http://www.uni.com)